venerdì 15 giugno 2007

amiga

A proposito di bufferie gattesche.
Ci fu un tempo in cui anche io avevo dei gatti.
Quando ero ancora studente e vivevo con altri due
amici in un buco di 40 mq, avemmo la brillante idea di
adottare due fratellini soriani trovati nelle campagne
cremonesi.
Li chiamammo Socrate e Birillo, per via dei caratteri
completamente opposti. Uno, meditativo e flemmatico;
l'altro un cagacazzo proverbiale. A quei tempi si
giocava poco ai videogames ma quando in casa entrò il
primo Amiga, iniziammo ad ammazzarci col giochino del
calcio.
Avevamo il monitor a terra, dato che non c'era spazio,
e giocavamo distesi sul tappeto a pancia in giù.
Socrate si piazzava davanti al monitor e osservava i
giocatorini correre qua e la muovendo solamente la
testa.
Birillo impazziva. Cercava in tutti i modi di
acchiapparli e tirava furiose zampate al monitor.
Ma la scena più esilarante avveniva alla fine della
partita o del primo tempo, quando i giocatori
lasciavano il campo uscendo dall'inquadratura alla
destra del monitor.
Birillo iniziava a seguirli con la zampa, picchiando
contro il lato del monitor e lanciandosi poi dietro
nel disperato tentativo di beccarli. Poi andava sotto
il divano, anch'esso alla destra del monitor a frugare
come un segugio.
Non trovandoli, si sfogava su Socrate riempiendolo
regolarmente di botte.
Fummo costretti a regalarli, quando arrivò in casa un
quarto inquilino e dovemmo scegliere se far fuori uno
di noi quattro o le bestie pelose...

Antonio

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